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Recensioni

Cividale del Friuli: Concerto per un nuovo mondo a Mittelfest
(…) Lo si è capito fin dall’attacco del Requiem, condotto in un tempo spedito, fluido, funzionale alla finezza non retorica che ha caratterizzato l’intero approccio. Bressan persegue con determinazione la propria idea di una pulizia ricca di temperamento, trasmettendola con chiarezza nonostante gli ostacoli del riverbero… una direzione asciutta, ma proprio per questo capace di far risaltare dettagli preziosi, dalla conduzione delle frasi negli struggenti intrecci corali di Rex tremendae alla fluida, magistrale gestione della tensione nel Lacrymosa. Ottima la prova del Coro del Friuli Venezia Giulia, preparato da Cristiano Dell’Oste, con voci femminili svettanti ed espressivamente partecipi e una sezione maschile amalgamata con grande morbidezza. (…) L’orchestra FVG offre una performance molto convincente (e altrettanto appassionata), confermata con ancora maggiore rilievo nella sinfonia di Dvořák. Concentrazione, tensione e musicalità non subiscono cedimenti sotto una direzione che unisce autorevolezza ed eloquenza. Bressan non teme di spingere sul pedale delle dinamiche, forte del controllo magistrale su un legato senza strappi, che esalta cantabilità e coinvolgimento, richiedendo colori smaglianti per ricondurli sempre all'equilibrio e dipingendo nel gesto momenti di lucido intimismo, come nell'ispirato Largo.
(OperaClick - Rossana Paliaga - 05.09.2020)

Bach, una grandiosità “Predica” sublime sulla via di Pasqua
(…) Bressan non ha fatto loro sconti: esigente, ha chiesto e ottenuto le giuste sfumature dinamiche. In genere il direttore ha optato per un fraseggio tornito, per un’articolazione attenta, per una chiarezza espressiva che premiano la complessa bellezza della musica di Bach.
(Il giornale di Vicenza - Filippo Lovato - 27.03.2019)

La Sagra Musicale Umbra chiude con Bach e Pärt
Superbo l’Estonian Philarmonic Chamber Choir ad Assisi.

(...) L’ideale quindi per affidarle ad un maestro di profonda sensibilità come Filippo Maria Bressan, demiurgo di avventure corali senza confronti, in Italia e altrove. 
Quando ha sottomano le voci il gesto di Bressan è morbido, duttile e comunicativo, e così è stato, sia per il Magnificat che per la precedente Berliner Messe (...) A destare poi il palpito dell’emozione è stato il conclusivo Magnificat di Bach. Bressan elastico e flessibile come nei suoi momenti migliori; cantanti funzionali: Valentina Coladonato, Ewa Gubaňska, Matteo Mezzato e Mauro Borgioni. Coro splendido, svettante, con evoluzioni dinamiche e ritmiche eccezionali, e una sezione femminile preziosa nella resa del “Suscepit Israel”. Quando scocca il “Sicut locutus”, si ha la piena nozione di cosa sia “l’armonia corale”: un tessuto brulicante innervato, leggerissimo, pieno di luce. 
Finale da ovazione con un ”Gloria Patri” che ci ha fatto dimenticare l’umiliazione di aver fatto più di mezz’ora di coda per entrare in Basilica.
(Corriere dell’Umbria - C.B. - 19.9.2017)

L'Orchestra da Camera di Perugia fa il tutto esaurito: Teatro Morlacchi strapieno
Un teatro strapieno in ogni ordine di posti per l’ottavo concerto della corrente stagione degli Amici della Musica. Sul palcoscenico del Morlacchi, l’orchestra da Camera di Perugia, diretta con autorevolezza dal Maestro Filippo Maria Bressan. Un programma brillante che si apre con la sinfonia del “Barbiere” rossiniano. In cui l’orchestra si muove con scioltezza, padronanza e… soddisfazione. Strepitoso il concerto in do maggiore op. 56 di Beethoven, eseguito dal notissimo “Trio Modigliani”, di fresco divenuto “Trio Metamorphosi” (...) La disinvoltura del trio ha potuto contare sul tappeto, discreto e funzionale, intessuto dall’orchestra perugina che ha ben compreso, e dimostrato, cosa significhi “mettersi al servizio” e operare in sinergia, al fine di ottenere un esito artistico che ha letteralmente stregato il pubblico. Chiusura con l’“Italiana” di Mendelssohn che ha incantato fin dalle prime, riconoscibilissime, battute. Poi il ritmo e la perfetta esecuzione hanno travolto gli spettatori, accomunati da un incondizionato consenso.
(PerugiaToday - Sandro Francesco Allegrini - 07.02.2017)

Bressan controlla con cura paterna gli orchestrali e promuove una lettura nitida e tesa, di linee ben definite (Haydn, Sinfonia n°8 "Le Soir").
Alle prese con il clarinetto di bassetto, Carbonare si è distinto per un fraseggio agilissimo, un'encomiabile leggerezza, un'estrema duttilità nell'assecondare tutti gli effetti espressivi previsti in partitura. L'orchestra si è mostrata particolarmente coesa e ha trovato momenti di grande ispirazione, specie nel celebre Adagio, dove ha saputo tenere un vellutato pianissimo davvero emozionante (Mozart, Clarinet Concert KV622).
(...) Gran finale con la più celebre sinfonia di Mozart, la n°40 in sol minore KV550, proposta nella prima versione. Ne viene un impasto timbrico inedito. Bressan privilegia l'equilibrio classico e persegue un fraseggio definito e tempi piuttosto energici, sorprendendo nel finale...
Musicista dal gesto espressivo, ampio ed elegante, talvolta sceglie di dirigere solo con le mani, anzi, con le dita, se del caso. E la reazione pronta dell'orchestra si deduce in un'entusiastica condivisione di intenti. Teatro pieno e festoso d'applausi.
(Il Giornale di Vicenza - Filippo Lovato - 8.1.2016)

Un bel concerto di Bressan e Dindo al Petruzzelli.
Nuovo concerto sinfonico al Petruzzelli dell'Orchestra del Teatro, diretta dal bravo maestro Filippo Maria Bressan e come ospite al violoncello Enrico Dindo (...) Interessanti i due brani del compositore leccese Ivan Fedele (Syntax 0.1 e Syntax 0.2 (...) Ottima la direzione di Bressan, attento come pochi, alla concertazione ed all'attenzione cromatica e " simbolica" delle due pagine musicali. (...) A seguire, si apriva poi uno spazio dedicato alla musica classica e romantica con le "Varizioni su un tema rococò" op.33 di Ciaikovskij e la celeberrima suite sinfonica di Mendelssohn "Un Sogno di mezza estate" op. 61. Pagine di grande richiamo, soprattutto per la notevole interpretazione offerta da Enrico Dindo (...) Il Concerto si è poi elevato ancora di più, grazie all'eccellente ed elegante interpretazione del maestro Bressan, che ha saputo regalare una più che valida esecuzione del sogno di Mendelssohn grazie naturalmente alla bontà dell'orchestra barese, che cresce sempre di più, quanto ad amalgama e compatezza. Ottime e precise le sonorità degli archi, così pastose ed argentine, con un intonazione davvero invidiabile. Tanti applausi per Dindo, Bressan e l'Orchestra...
(L'orecchio di Dioniso - ottobre 2015 - Alessandro Romanelli)

Orfeo ed Euridice conquista Trieste.
Virtuosamente in linea con la regia si è rivelata anche la direzione di Filippo Maria Bressan (...) con l' Orchestra del Verdi che si è confermata ancora una volta di ottimo livello complessivo per qualità dei singoli e compattezza. Il direttore ha imposto alla compagine triestina continuità narrativa e passo teatrale spedito, in un’opera che ne ha particolarmente bisogno, intrisa com’è di continue alternanze di pagine corali, recitativi accompagnati e interventi dei solisti.
(Operaclick - marzo 2015 - Paolo Bullo)

Il ritorno di Orfeo
Direzione, regia e l'ottimo Orfeo di Laura Polverelli guidano il pubblico alla riscoperta del capolavoro di Gluck. (...) Il ritorno di Filippo Maria Bressan, grande specialista del barocco, è stato un ritorno felice, all'insegna della filologia. (...), alla ricerca di un suono puro. Successo vivo per tutti, specie per la Polverelli e il maestro Bressan.
(L'Opera - 5 marzo 2015 - Rino Alessi)

Orfeo ed Euridice: Il valore dell’ allestimento in scena negli scorsi giorni a Trieste andava cercato invece nella sua direzione musicale, fra le più interessanti attualmente in circolazione, al di fuori di certe “gonfiature” di alcuni grandi teatri.. . Filippo Maria Bressan a capo dell’Orchestra del Verdi ha fatto della sua interpretazione un vero cammeo.
Leggerezza, trasparenza,rigore tali da far apparire completamente diversa l’orchestra del Verdi abituata a sonorità ben più consistenti quali quelle ottocentesche più generalmente operistiche. Appropriatezza stilistica e aplomb autenticamente barocchi.
(Opera e Balletto - marzo 2015 - Umberto Fornasier)

Orfeo ed Euridice: Filippo Maria Bressan chiede all’orchestra del Verdi sonorità antiche, scelta filologicamente inappuntabile (...) ne esce una direzione limpida e razionale che aderisce come un guanto all’impostazione registica...
(Il discorso - marzo 2015 - Paolo Locatelli)

Della «Sinfonia n.104» di Franz Joseph Haydn…Bressan ne dà lettura notevole, dettagliata, palesemente partecipe. Già nell’introduttivo “Adagio”, l’Orchestra del Lirico si accende in arcate di pungente cavata. Capace poi, nel successivo “Allegro”, di scandire con perizia “legati” e “staccati”, fra scalpitanti incisi, sussulti ritmici di semicrome “in levare”, o le numerose, espressive forcelle di dinamica: viene resa appieno, così, l’instancabile e festosa vorticosità del I° movimento. Non meno il II°– quel meraviglioso “Andante”in un’eccentrica forma di “tema con variazioni” – restituito in tutta la sua geniale bellezza, in ogni metamorfosi della melodia il cui incedere vuol farsi ora spensierato ora pensieroso. O nel “Menuetto”, III°tempo, dove Bressan indugia nei silenzi, assapora le lunghe pause, e gioca squisitamente con i “rallentando”. O nelle fioriture policrome e cristalline del “Finale”, dove ci fa sentire quanto Haydn abbia anticipato, di molto, l’impeto “tersicoreo” che Beethoven esplicherà nella Sesta e Settima Sinfonia…
(05.05.2014 G.Balloi - La Nuova Sardegna)

L’edizione del Don Carlo di Verdi che ha inaugurato il cartellone del 2014 a Lecce è stata esemplare e giustamente per il capolavoro verdiano si prospetta un luminoso futuro che lo vedrà in giro nel mondo.  La versione italiana del Teatro alla Scala del 1884, diretta da Filippo Maria Bressan (...) ha convinto pienamente il pubblico, che si è lasciato sedurre dalle passioni, gelosie, tradimenti e vendette nella Spagna di Filippo II (...). Gesto sicuro e grande attenzione al respiro della partitura e al suo “naturale” svolgimento, Bressan ha impresso all’ottima Orchstra Sinfonica “Tito Schipa” energia e tensione continua, ponendo attenzione allo scavo interiore dei personaggi, forza drammatica e smalto musicale. E a perfezione lo ha assecondato anche un cast vocale davvero ben assemblato, su cui si sono particolarmente distinti i due bassi dell’opera: Carlo Colombara nel ruolo di Filippo II (...) e Michail Ryssov (Inquisitore)(…).
(OPERA - aprile 2014 - Nicola Sbisà)

Sassari, un grande “ Requiem”. Da ricordare. Molti applausi al nuovo Teatro Comunale, tutto esaurito per il monumentale allestimento del capolavoro verdiano
L’epistolario verdiano, in alcuni suoi passi, è estremamente illuminante: “non bisogna cantare questa Messa come si canta un’opera” diceva Verdi. È chiaro che nel Requiem vi è una forte “teatralità”, data però da uno spiccato gusto per i contrasti, ma non si riscontra una sola ‘aria’ propriamente detta, e i limpidi contrappunti dei fugati rinviano più a Palestrina che ai cori operistici. Partendo da questa consapevolezza, Filippo Maria Bressan ha offerto al pubblico del Comunale una lettura nella quale prevale la cura per il dettaglio e l’attenzione rivolta al colore e all’inflessione vocale, alla morbidezza complessiva dell’emissione… Tutto ciò,  la scrupolosa concertazione di Bressan e i conseguenti risultati raggiunti, hanno restituito all’ascoltatore un Requiem profondamente umano, inquieto, forse meno “muscoloso” rispetto a certe consuete interpretazioni dell’opera ma certamente molto coinvolgente e plastico, più rispettoso del testo e dell’idea che di questo lavoro aveva lo stesso Verdi.
(19.12.2013  - La Nuova Sardegna - Antonio Ligios)

Mani esperte e grande preparazione per la Voxonux Orchestra ma anche profondità d’interpretazione e grande sicurezza tecnica per il maestro Filippo Maria Bressan che ha presentato sinfonie di Mozart e Haydn, serenate e concerti per violino concertante affidati alla carica e alla precisione di Maurizio Cadossi".
(9.8.2013 - L’eco di Savona)

La Cecchina di Piccinni, del Piccolo Festival, incanta il pubblico.
Già dalla sinfonia d’apertura, come per  tutta l’opera, la FVG Mitteleuropa Orchestra, dietro la condotta sicura e lucida di Filippo Maria Bressan, ha saputo immergere il numeroso pubblico presente nei climi propri della vicenda...
(Opera 2013 - Instart Fred)

Bressan guida nell'universo tonale.
Successo per il Trittico di Respighi e i Madrigali di Malipiero venerdì al Teatro Lirico
Un mélange di stili, un gioco intellettuale che Filippo Maria Bressan conduce con vitalità e partecipazione emotiva e che l'Orchestra del Teatro lirico di Cagliari interpreta calandosi in un linguaggio che riprende cadenze rinascimentali, assonanze madrigalesche affiancate a rimembranze musicali eclettiche... Musica gradevole, perfettamente fruibile che Bressan interpreta affidandosi alla competenza dell'orchestra per evidenziarne i colori e le sfumature... la personalizza in un'interpretazione che sottolinea quegli aspetti descrittivi che saranno poi sviluppati dalla musica delle colonne sonore della nascente arte cinematografica... sottolineandone lo spirito unitario dell'estetica di quella che venne definita la “generazione dell'Ottanta”... dirigendo con articolata espressività gestuale, ampia e precisa,  ad animare i fraseggi e a richiamare gli interventi dei solisti.
(13 novembre 2012 - L'Unione Sarda - Greca Piras)

Al Teatro Lirico una piccola perla in tempi di crisi
Successo della "Petite Messe solemnelle" di Rossini diretta da Bressan
…la Stagione riesce ancora a sorprenderci con ottime esecuzioni, come quella  "Petite Messe solemnelle" che, venerdì e sabato, ha visto tornare sul podio una "vecchia" conoscenza del Lirico, Filippo Maria Bressan. La sua esperienza in ambito di direzione corale di certo si sarà ben coniugata a quella di Marco Faelli, nuovo maestro del coro… Il risultato, in effetti, pare lodevole. Bressan ha sempre la sua spiccata capacità a cesellare fraseggi, a rimarcare finemente ogni forcella dinamica, a scavare nel contrappunto per far cadere, di volta in volta, il nostro ascolto in un preciso alveo sonoro. Qualità di non poco conto, soprattutto in una pagina come questa, dove un Rossini ormai anziano sembra votato ad un emblematico "pot-pourri" di stile. (Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari)
(Gabriele Balloi - LA NUOVA SARDEGNA)

Udine - Cattedrale,  30.3.2012 - Bach: Passione di San Giovanni/Johannespassion
Un’esecuzione fluida e precisa ad un tempo, magnificata dal gesto del direttore Filippo Maria Bressan. Lucidità, precisione, sorvegliato vigore, carisma di rara fattura: questi i tratti di questa specie di “Magus Musicae” cui tutti hanno risposto con attenzione e convinta partecipazione. Lunghi, calorosi e commossi applausi.
(Marco Maria Tosolini - IL GAZZETTINO)

Nel segno di Brahms la chiusura della stagione concertistica al Teatro Lirico di Cagliari.
Emoziona il Requiem secondo Bressan.  Note lunghe, sommesse. L'incipit del Requiem Tedesco annuncia sviluppi di drammatica tensione, palpabile e imponente, nell'intreccio di suoni e voci dell'Orchestra e del Coro di Cagliari. Sicuro e deciso, Filippo Maria Bressan ne guida il complicato incedere arrivando a definire, nel concerto di venerdì sera al Teatro Lirico, un affresco sonoro di magnificente ricchezza.  Non è facile confrontarsi con quello che è considerato il monumento per antonomasia della religiosità musicale tedesca. (...) Nelle note si sente l'impronta classica, la sensibilità romantica, e soprattutto l'intenzione di rivisitare criticamente la polifonia, il contrappunto di Bach e dei suoi predecessori. (...) L'insieme ha una potenza emotiva che Bressan vuole sottolineare in ogni aspetto. E nel brano di Isaia, Denn alles Fleisch, es ist wie Gras, tocca vertici espressivi fitti di intrecci suggestivi e fugati di grande tensione drammatica.  Dal "Selig sind, die da Leid tragen" sino al "Selig sind die Toten" è un susseguirsi di episodi di forte impatto, dove l'arte di Brahms si confronta con tutti gli aspetti della tradizione musicale mitteleuropea. Che Bressan traduce con gestualità efficace e precisa, e un vigore che gli fa persino scappare la bacchetta di mano.
Come già la scorsa settimana, ancora una volta Bressan impone tempi veloci che si dimostrano funzionali al discorso interpretativo, impostato sull'esaltazione dell'enfasi e della drammaticità, tradotto nell'imponente volume di suono. Il suo Requiem è così un mix di fuoco e dolorosa consapevolezza. È il Coro il grande protagonista di un concerto bello, che ha la capacità di coinvolgere ed emozionare. Le voci si inseriscono con coerenza in un costrutto che l'Orchestra tratteggia con grande sensibilità. E negli interventi con i solisti risalta la voce tornita e ricca di armonici di Elisabetta Scano, che intona i versetti dell'apostolo Giovanni.  Prende così forma un'interpretazione dalla grande forza comunicativa, ricca di episodi curati nei particolari, ed eseguita con quella attenzione che deriva da profonda partecipazione. Gli accenti si incupiscono col baritono Gabriele Ribis, che intona note profonde, ben articolate, inserite con malinconica tensione nella maestosità dell'insieme.  Sino al finale, con i mesti e cupi contrappunti sui versi dell'Apocalisse che hanno insieme il senso di commiserazione e rassegnazione. (...) (Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari)
(Greca Piras - L'UNIONE SARDA)

Cagliari - «Eroica» al Lirico, svetta l'originalità di Filippo Maria Bressan
Non c'è paragone. A distanza di una settimana, Filippo M. Bressan offre tutt'altra lettura di Haydn e Beethoven.  Filippo Maria Bressan dalla Sinfonia n.44 - sì, paradossalmente proprio la «Funebre» , ricava colori e fraseggi decisamente più carichi, più seducenti, spingendosi ben oltre a livello interpretativo.  Dopo «La Creazione» e altre pagine di Haydn e Brahms eseguite nel mese di aprile, è nuovamente salito nei giorni scorsi sul podio del Comunale (...)  Su questa stessa traccia tematica - diciamo fra l'esistenziale ed il funebre/commemorativo - era il concerto che s'apriva con Haydn e la «Sinfonia in mi minore Hob.I 44».  Filippo Maria Bressan non opta per la spuria disposizione "tedesca" (...), ma dispone la compagine strumentale (come già nella «Creazione») riportando i contrabbassi sulla destra ed i violoncelli quasi al centro. Enfatizza così il registro grave degli archi, ottenendo un impasto timbrico più corposo, avvolgente, un suono a tutto tondo.  Pertanto, l'ormai rodata collaborazione con l'orchestra del Teatro Lirico cagliaritano sembra trasparire da un certo affiatamento e non meno si mostra, nell'esecuzione, con ottima resa delle sfumature dinamiche, in quei "pianissimo" sorprendentemente delicati, nei "crescendo" dosati a dovere, nella ricerca di una cantabilità melodica pure laddove non ci si aspetterebbe. Diciamocelo, Bressan ha personalità!  Basta sentire quei perentori accordi con cui esordisce la Terza Sinfonia di Beethoven: ecco preannunciato tutto quel che segue, ha già messo una firma sull'esecuzione che sarà di una vigoria accattivante, giocata su quelle sottolineature (ben in rilievo ottoni e legni) che erano mancate a (...).  Alla sinfonia «Funebre» di Haydn e alla «Marcia funebre» dell'eroe beethoveniano, si coniuga poi il «Schicksalslied» (Canto del destino) di Brahms con eccellente prova del Coro del Teatro Lirico istruito come di consueto da Fulvio Fogliazza e collocato stavolta anche poco più avanti rispetto al solito, cosicchè meglio ne apprezziamo acusticamente tutta la potenza della massa vocale.  (Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari)
(Gabriele Balloi - LA NUOVA SARDEGNA)

Con Bressan il destino bussa al Teatro Lirico - Cagliari, 26 maggio 2011
Un tema di quattro note all'unisono segna l'inizio della Sinfonia n. 44 in mi minore Hob. I/44. Un Allegro con brio che Filippo Maria Bressan scandisce con gestualità fluida e vigore, guidando l'orchestra del Teatro Lirico di Cagliari in un'interpretazione che fa prevalere l'espressività su ogni altro elemento. La Sinfonia di Haydn vive così di sfumature ed equilibrio. E un tocco di raccolta tensione emotiva che ha il suo apice nell'Adagio. (...)  Il concerto di venerdì al Comunale torna così ad aprirsi nel segno di Haydn, e a proseguire con Beethoven. In mezzo si inserisce Schicksalslied , Canto del destino, ispirato a Brahms da una poesia di Hölderlin, con le voci del coro di Cagliari impegnate in un suggestivo affresco e che il direttore guida in una interpretazione di forte impatto emotivo. Per dare forma drammatica a questa riflessione di Brahms sul senso della vita, Filippo Maria Bressan mette in campo una forza corale e sinfonica che raggiunge apici di imponenza. Nell'impasto sonoro, orchestra e coro fanno così emergere interventi sostenuti con sensibilità, e accenti ora di cupa imponenza, ora raccolti e malinconici.  In fondo è sempre il destino quello che si fa sentire nella Sinfonia n. 3 in Mi Bemolle Maggiore op. 55. (...)  Certo è che i rulli dei timpani, gli accenti apocalittici delle trombe, la Marcia funebre, ne sottolineano l'intento epico. Orchestra e direttore seguono quei vorticosi pensieri musicali che rivoluzionarono i canoni della sinfonia classica, i contrasti esasperati tra gli elementi, dando corpo alla tensione cercata da Beethoven. E di quella che a ragione viene considerata una delle più belle pagine della letteratura musicale, Bressan dà un'interpretazione coerente ai tempi e alle idee del suo autore. Il direttore procede lungo la tradizione e calca la mano sull'enfasi. Con l'orchestra pronta a stargli appresso con forza incisiva e potenza di suono che raggiunge solennità statuaria, sottolineando il primato del ritmo e il dinamismo melodico. (...) (Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari)
(Greca Piras - L'UNIONE SARDA)

Al Teatro Lirico di Cagliari, spettacolare «Creazione» di Franz Josepf Haydn.
Chi mancava si è perso un Filippo Maria Bressan in pieno stato di grazia, che ha fatto di questa pagina monumentale una superba lettura...  L'oratorio de «La Creazione» è uno dei massimi capolavori di Haydn, con la sua cangiante orchestrazione, linguaggio variopinto e finemente diversificato, con tutto il suo carico di descrittivismo naturalistico, permette a Bressan di fare sfoggio d'altrettante finezze e intuizioni interpretative. Se è vero che ogni direttore ha una sua particolare gestualità chironomica, Bressan ne ha una precisa ed eloquente che trova perfetta corrispondenza in tutto ciò che emerge dalle falangi orchestrali. Gli attacchi, le forcelle dinamiche, piccole dissolvenze incrociate fra sezioni strumentali, sfumature agogiche: l'intera partitura è governata insomma da un'irriducibile consapevolezza.  Quello che Bressan suscita, con maestria, è tutto un pullulare di suoni che va dal macrocosmo dell'insieme orchestrale/corale/solistico, al microcosmo d'un singolo strumento, di un mordente, un trillo, un breve florilegio: nulla è lasciato al caso. (Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari)
(Gabriele Balloi - LA NUOVA SARDEGNA)

Roma, Auditorium Parco della Musica
La varietà dei recitativi, tutti accompagnati, e delle arie, dei cori è strabiliante. Le combinazioni timbriche e polifoniche stupefacenti. Filippo Maria Bressan ha rieducato l'orchestra e il coro ceciliani a intonare con proprietà stilistica questa musica. Ha così ottenuto che un'orchestra e un coro moderni interpretassero magnificamente una grande pagina barocca. Sembra, anzi, che i musicisti si siano molto divertiti a farlo. E si sentiva. Splendide la pulizia del suono e l'intonazione, liberissimo, fluido il fraseggiare. Ma c'erano anche tre superbi solisti...
Händel: Alexander's Feast - Solisti: C.Sampson, P.Breslik, D.Jeffrey - Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia – Roma - Direttore: Filippo Maria Bressan
(Dino Villatico - CLASSIC VOICE)

Filippo Maria Bressan, oltre che ottimo musicista, è anche un magnifico direttore: con le sue mani accarezza l’aria, quasi temesse di disturbare gli incanti che escono dai suoi musicisti. La trasparenza, quasi un criterio morale, sorregge la lettura di Bressan. (Stravinsky - Sinfonia dei salmi)
(Stefano Ragni - LA NAZIONE)

Uno degli aspetti notevoli dell'insieme strumentale è suonare come se si cantasse; anche il gesto del direttore sembra chiedere questo, il che produce un senso di tale unità che conferisce alle sue interpretazioni un marchio inconfondibile […] Sarà ricordato come uno dei grandi momenti dell'anno musicale cileno.
Una de los aspectos notables del conjunto instrumental, es tocar como si cantaran, incluso el gesto del  director parece pedir eso, lo que produce un sentido interpretativo de tal unidad, otorgandole a sus interpretaciones un sello inconfundibile [...] sera recordado como uno de los grandes momentos del ano musical en Chile.
(Gilberto Ponce – EMOL, Santiago del Cile)

La sapiente mano di Bressan (che si è tra l'altro distinto per una gestualità spettacolare, originale ma tremendamente efficace e persuasiva) ha portato ad un'esecuzione che faceva sì del rispetto anche filologico del testo una componente imprescindibile, ma che lo ha anche arricchito da un giusto tocco di temperamento e calore di gusto italiano che ha sicuramente reso al meglio queste grandiose pagine. (Bach - Cantate e Mottetti).
(Cesare Mancini - ACCADEMIA MUSICALE CHIGIANA - Settimana Musicale Senese)

Con stile impeccabile Bressan ha condotto la massa artistica da dominatore, non mancandogli né la disposizione intellettuale, né il cuore e nemmeno la coscienza, che gli ha consentito di far cantare anche le percussioni. Entusiasmante esecuzione, guardandolo dirigere faceva venire nel pensiero la figura di Furtwängler. (Orff - Carmina Burana)
(Attilio Botarelli – IL CORRIERE DI SIENA)

Smagliante e luminosa è stata l'esecuzione della Messa di Santa Cecilia di Haydn, risultata memorabile sotto tutti i punti di vista. Filippo Maria Bressan ha donato all'esecuzione della Messa intensi momenti di poesia e di misticismo accompagnati da luminosi e trascinanti squarci di grandiosità musicale per una esecuzione a 'tutto tondo' del capolavoro haydniano. Il pubblico, intervenuto numerosissimo al concerto, ha riservato a tutti gli interpreti calorosi ed entusiastici applausi e numerose chiamate, testimonianza del completo gradimento di quanto ascoltato.
(LA VOCE) - Sagra Musicale Umbra 2009 - Filippo Maria Bressan con la Camerata strumentale Città di Prato ed il Coro Voxonus

Perugia - Sagra Musicale Umbra - Nel segno di Händel/Mozart e Haydn
... due pagine di raro ascolto quali l’Ode per il giorno di Santa Cecilia di Händel, nell’elaborazione di Wolfgang Amadeus Mozart, e la Missa Sanctae Ceciliae di Haydn.  Sul podio della Camerata Strumentale «Città di Prato» e del Coro Voxonus uno specialista di questo repertorio quale Filippo Maria Bressan ha tratto splendido giovamento dai due bellissimi strumenti a disposizione e l’orchestra pratese si è dimostrata estremamente duttile e flessibile, specialmente nelle file degli archi, chiamati ad un vero tour de force nella Messa di Haydn.
Fedele allo stile che gli è proprio, Bressan imposta una lettura di grande trasparenza, attenta ai dettagli ed animata da un grande senso dello stile, preciso nel cogliere le sperimentazioni della elaborazione mozartiana (...) Ottimo il Coro Voxonus preparato da Alessandro Toffolo. Completava il cast un quartetto di affiatati solisti, fra cui è emersa la bella e musicale voce del giovane controtenore Filippo Mineccia.
Una serata di grande musica nella splendida cornice della Chiesa di San Pietro.
(Operaclic - Edoardo Saccenti 2009)

L'approfondimento filologico, l'utilizzo di strumenti antichi e di copie di essi, lo studio della prassi esecutiva strumentale e vocale dell'epoca delle composizioni non si risolvono sotto la guida di Filippo Maria Bressan in astratta definizione di suono, in esecuzione bloccata e un po' polverosa (come non è infrequente ascoltare). Al contrario, il fraseggio è risultato brillante, ricchissimo di sfumature, modellato in maniera esemplare dal punto di vista stilistico, a rendere riconoscibilissimo lo "stacco" fra la maniera sofisticata di Charpentier e la trascinante esuberanza vivaldiana. La scelta dei tempi ha offerto esempi di affascinante incisività e leggerezza, eppure la rapidità non è andata mai a sconfinare nell'approssimazione, nella superficialità, e i particolari anzi sono risultati scolpiti, vibranti. I timbri dell’orchestra sono parsi morbidi e corposi negli archi, eleganti e dolci nei fiati; anche vocalmente, ammirevole efficacia espressiva … un piccolo miracolo di misura e splendore, una gemma musicale elegante e coinvolgente, brillante della luce di due capolavori lontani eppure straordinariamente capaci, ancora, di parlare alla nostra sensibilità.
(Cesare Galla - L’ARENA, Verona)

B.Galuppi – Il filosofo di campagna: La performance dell’Orchestra Mitteleuropea sotto la scrupolosa direzione di Bressan è di ottimo livello, supportando così splendidamente la compagnia di canto e contribuendo in maniera decisiva alla riuscita di uno spettacolo che affascina, convince e diverte il pubblico. Applausi calorosissimi.
(Sergio Zolli – MESSAGGERO VENETO)

C.W.Gluck - Paride ed Elena: ...La musica è splendida e l'argomento, la nascita dell'amore in una giovane coppia, sembra più vicino alla sensibilità contemporanea delle trame mitologiche o tragiche di Orfeo e Euridice o Alceste. … Filippo Maria Bressan veste sia l'orchestra sia i giovanissimi cantanti di un autentico stile gluckiano.
... la mùsica es espléndida y el tema argumental, el nacimiento del amor en una joven pareja, parece màs cercano a la sensibilidad actual que las tramas mitològicas o tràgicas de Orfeo ed Euridice o Alceste. ... Filippo Maria Bressan imbuyò a la orquestra del autentico estilo gluckiano, asì como a los jovencìsimos cantantes.
(Mauro Mariani - OPERA ACTUAL)

C.W.Gluck - Paride ed Elena: Pisa: unanime il consenso ottenuto al Teatro Verdi, tutto esaurito, da un titolo "difficile" come Paride ed Elena di Gluck. ... Brillante la lettura di Filippo Maria Bressan, ben assecondato dall'Orchestra per la Lirica Toscana.
(Roberto Del Nista - L'OPERA)

C.W.Gluck - Paride ed Elena: Questo splendido e raro (non facile da allestire) lavoro gluckiano...è stato gradito dal pubblico, soggiogato dall'emozionante partitura ma anche a tratti divertito dalla brillante regia del toscano Andrea Cigni.  ... Bravi e musicali tutti quanti, sostenuti dalla passione e dalla competenza di Filippo Maria Bressan...
(Lisa Domenici - IL TIRRENO)

C.W.Gluck - Paride ed Elena: Un Gluck raro e affascinante in scena a Livorno… uno spettacolo elegante e raffinato, tutto specchi, gioco e gusto per la bellezza in sé, la bellezza come splendido artificio, la bellezza come erotismo canoviano… Piccole cose, che danno però garbato dinamismo a una drammaturgia altrimenti rigida come una statua. La stessa cosa (dinamismo anziché staticità) vale per la direzione ispirata di Filippo Maria Bressan.
(Enrico Girardi - CORRIERE DELLA SERA)

C.W.Gluck - Paride ed Elena: un allestimento assai elegante e segnato da una precisa cifra espressiva, guidato musicalmente da un Filippo M. Bressan sempre attento alla morbidezza di suono dell'orchestra e alla misura interpretativa delle voci.
(Alessandro Mastropietro - IL GIORNALE DELLA MUSICA)

C.W.Gluck - Paride ed Elena: Assai riuscita la parte più squisitamente musicale: Filippo Maria Bressan dirige infatti con un olimpico senso delle proporzioni, con una lettura tutta volta ad esaltare la geometrica perfezione di questa straordinaria partitura.
(Edoardo Saccenti - OPERACLICK)

Paride ed Elena non sarà la partitura più conosciuta di Gluck, però musicalmente è magnifica. (...) eccellente e ordinata è stata la performance di Filippo Maria Bressan di fronte all’orchestra del teatro, molto in stile.
Paride ed Elena no será la partitura más conocida de Gluck, pero musicalmente es magnífica. (...)  Excelente  y ajustada fue la actuación de Filippo Maria Bressan al frente de la orquesta del Teatro, muy en estilo.
(Jorge Binaghi - L'OPERA)

W.A.Mozart – Don Giovanni: La serrata direzione del maestro Filippo Maria Bressan ha mostrato come la massima tragicità possa spesso essere raggiunta senza alzare troppo la voce, lavorando sulla varietà del ritmo e facendo di orchestra e compagnia di canto un tutto inscindibile e non una semplice somma di componenti. Un Filarmonico esaurito ha sottolineato i momenti culminanti con applausi intensi e ripetute chiamate alla fine.
(L'ARENA - Giornale di Verona)

G.Rossini - Semiramide: Nella Semiramide andata in scena sabato sera, c'era molto di più: una direzione (Filippo Maria Bresssan) e uno spettacolo (Stefano Vizioli, regia) che si muovono in sintonia e offrono idee che mettono a fuoco le tematiche centrali dell'opera, assai meglio di svariate altre recenti letture. ... Bressan, raffinato direttore, con una sicurezza tecnica capace di mettere in riga l'orchestra Città Lirica e con una vera profondità di interprete; c'è, nella sua direzione, non solo il giusto rapporto col palcoscenico, la capacità di secondare le voci, ma anche l'equilibrio dei tempi, che serve a disegnare le grandi architetture musicali, la tensione drammatica nei colori e nel fraseggio, la giusta definizione di ogni atmosfera; le inquietudini e la drammaticità della musica di Rossini, insomma, rimangono sempre all'interno di una idea della classicità, senza per questo perdere in spessore.
(Arrigo Quattrocchi - IL MANIFESTO)

G.Rossini - Semiramide: In evidenza il direttore Bressan, i due protagonisti, scenografie e luci. Della superba imponenza dell'opera niente va perduto in questa produzione, anche per la direzione accesa e incalzante di Filippo Maria Bresssan, sul podio di Città Lirica, rivolta soprattutto a far risaltare le corrusche premonizioni verdiane.
(Gregorio Moppi - LA REPUBBLICA)

G.Rossini - Semiramide: Fin dalla celebre sinfonia, la direzione limpida e ben tesa di Filippo Maria Bressan […] valorizzava con ammirevole equilibrio tra slancio e astrattezza i diagrammi belcantistici e imprimeva tutte le accensioni profonde nel taglio e nel ritmo drammatico che costituiscono la novità dell'opera.
(Elisabetta Torselli - L'UNITA')

G.Rossini - Semiramide: Un successo l'opera rossiniana; Semiramide seduce il Teatro Sociale; un inno al belcanto. ... Quanto alla musica, si sa, ce n'è proprio tanta in quest'opera che si articola in quaranta numeri e che il direttore e concertatore Filippo Maria Bressan ha, opportunamente, proposto nella sua intierezza o quasi, con una scelta interpretativa tanto sapiente quanto penetrante, aderente alla lettera ma soprattutto allo spirito, così da ripristinare le plastiche linee del neoclassicismo e al contempo insinuare lo slancio un po' dubitoso verso un futuro meno attento alla misura.
(Sergio Garbato - IL RESTO DEL CARLINO)

G.Rossini - Semiramide: ...Indubbiamente il Maestro Bressan ha dato un segno importante a questa realizzazione... già nella sinfonia ci fa sentire un suono diverso... e l'orchestra ha ben seguito i tempi squisitamente rossiniani scelti dal direttore... Bressan ha curato i colori e i volumi in modo da esaltare la partitura senza mai sovrastare, anzi esaltando il canto.
(Piero Torrigiani - IL TIRRENO)

G.Rossini - Semiramide: ...uno spettacolo bello, stilisticamente equilibrato e perciò all'insegna dell'armonia fra le varie componenti: direzione d'orchestra di Filippo Maria Bressan, filologicamente nitida e fluida, in conciliante osmosi con il palcoscenico...
(Franzina Ancona - RINASCITA)

Galuppi: Concerto in D major - Messa per San Marco: L’ambientazione è coloratissima, con un orchestra di archi, fiati, corni e trombe e un organo maliziosamente inventivo. I solisti, che testimoniano il talento vocale del coro, sono voci da camera che cantano con inconsapevole disinvoltura – non si è mai sentita un'intonazione così ben messa a fuoco tra cantori e strumenti antichi.
(BBC MUSIC MAGAZINE)

 Galuppi: Concerto in D major - Messa per San Marco: Ho apprezzato moltissimo questo disco. I due concerti a quattro di Galuppi sono eccellenti e ottimamente interpretati. La messa (Kyrie di Bertoni -primo organista a San Marco ai tempi di Galuppi – con Gloria e Credo del Buranello) non è meno imponente, con le sue arie piacevoli e i duetti alternati a cori elegantemente strutturati.
(EARLY MUSIC REVIEW)

Galuppi: Concerto in D major - Messa per San Marco: Questa è la quarta e migliore registrazione che il coro Athestis e l'Academia de li Musici hanno realizzato nelle loro serie in corso per Chandos, esplorando gemme precedentemente mai registrate del tardo barocco italiano. Qui Filippo Maria Bressan li dirige in opere corali e strumentali di Baldassarre Galuppi (1706-1785), uno spumeggiante e poliedrico compositore veneziano che merita davvero di essere recuperato...
(INTERNATIONAL RECORD REVIEW)

Galuppi: Concerto in D major - Messa per San Marco: La Messa per San Marco del 1766, con le sue colorite armonie e le melodie seducenti, guadagna la sua prima registrazione in questo disco assai convincente.
(CLASSIC FM MAGAZINE)

B. Marcello, Arianna: della serenata Bressan legge acutamente la portata elegantemente classica, la raffinatezza di una scrittura dotta e allegorica… lo fa esaltando la tornitura elegante della frasi musicali, il loro fluire flessuoso in un mondo superiore.
(Massimo Rolando Zegna - AMADEUS)

B. Marcello, Arianna: La qualità di questa performance è alta, con una bella orchestra con strumenti d’epoca, l'Academia de li Musici, sotto l'attenta direzione di Filippo Maria Bressan... Ottimo il suono, e le informazioni complete sul lavoro e il suo contesto nel libretto.
(OPERA NOW)

B. Marcello, Arianna: La performance sotto la direzione di Bressan è di grande effetto...
(THE SUNDAY TIMES)

B. Marcello, Arianna: Filippo Maria Bressan dirige con grande intuito
(BBC MUSIC MAGAZINE)

B. Marcello, Arianna: Alle prese con la partitura dell’Arianna Bressan riesce a compiere autentici prodigi, mettendo in bella evidenza ogni nuance, enfatizzando a dovere ogni singolo affetto e riuscendo così ad ottenere da ogni dettaglio il massimo effetto.
(Martin Anderson – ORFEO)

B. Marcello, Arianna: Lungi dal ripercorrere stancamente le varie tappe della nota vicenda, la direzione di Bressan si rivela brillante e piena di vita.
(IL GIORNALE DELLA MUSICA)

L’orchestra è precisa, e produce un suono intenso e corposo anche quando sono richiesti tempi veloci e passaggi virtuosistici.
(Marco Marcarini - MUSICA)

Il cast vocale e la compagini strumentale non deludono le aspettative; i protagonisti della trama sono tutti meritevoli.
(Carlo Fiore – THE VOICE)

B. Marcello, Requiem: La performance è ammirevole grazie all'abilità di Bressan nell' ottenere risultati strumentali e vocali potenti, sicuri e accurati.
(Brian Robbins - GOLDBERG)

B. Marcello, Requiem: La performance, che utilizza strumenti d'epoca, è seria, ispirata e molto toccante, totalmente meritevole di attenzione.
(HC Robbins Landon - BBC MUSIC MAGAZINE)

B. Marcello, Requiem: Filippo Maria Bressan offre una vivida performance di gusto tutto italiano...consigliata agli entusiasti estimatori del barocco che amano avventurarsi al di fuori dei sentieri più battuti.
(THE DAILY TELEGRAPH)

B. Marcello, Requiem: Un gradevole plastico corale, maestà espressiva di una lettura contrappuntistica di grande respiro.
Une plastique agréable du choeur, de la majesté dans l’expression de la lecture contrapuntique et un souffle   indéniable.
(Roger-Claude Travers - DIAPASON)

B. Marcello, Requiem: Una musica così è davvero splendente; ancor meglio, vellutata!
(Martin Anderson - FANFARE)

Il maestro Bressan, che dirigeva la partitura, ha chiarito perfettamente le componenti, imprimendo anche quell’aristocratica eleganza, quell’affettuosa attenzione, che contraddistingue la sua arte intensa e civilissima.
(Lorenzo Arruga – IL GIORNO)

Il coro Athestis con l'ensemble strumentale Academia de li Musici diretti da un maestro italiano da ricordare, Filippo Maria Bressan. Questi musicisti sono oggi perfettamente paragonabili ai loro colleghi britannici, olandesi o francesi. Il loro rispetto millimetrico per il testo indica un'intima comprensione delle figure espressive di questa musica (Bach).
Le choeur Athestis, associé à l’ensemble instrumental Academia de li Musici, dirigé par un musicien italian dont il faudre se souvenir, Filippo Maria Bressan. Les musiciens ultramontains sont aujourd’hui parfaitement comparables aux rapresentants britanniques, néerlandais ou français. Son respect du texte au millimètre montre une comprénsion intime des figures expressives de cette musique (Bach).
(Renaud Machart - LE MONDE)

Il coro Athestis e l'Academia de li Musici possiedono una sorta di anima comune, si trasformano per mano del loro direttore Filippo Maria Bressan in un delicato meccanismo nel quale il coro impegna le sue voci come se fossero uno strumento di eterea duttilità […] Così il magistrale lavoro di direzione di Bressan, i cui gesti sono di invidiabile precisione nell'entrata di voci e strumenti, nella dinamica sommamente attenta ad evitare gli eccessi -tanto comuni in questo tipo di opera; nella sottile elaborazione del colore; nella creazione di livelli e contrasti sonori che conferiscono una flessibilità discorsiva lontana da qualunque rigidità schematica, riuscendo così ad infilarsi sotto la pelle dei secoli lontani per scoprire la ricchezza emozionale del barocco italiano.
El coral Athestis y la Academia de li Musici poseen una suerte de alma común, se transforman por obra de su director Filippo Maria Bressan en un delicado mecanismo en el cual el coro engarza sus voces como si fuera un instrumento más de etérea ductilidad. [...] . Así, el magistral trabajo de dirección ejercido por Bressan, cuyos gestos son de envidiable precisión en la entrada de las voces o los instrumentos, en la dinámica sumamente cuidada que observa para evitar los excesos –tan comunes en este tipo de obras–; en la sutil elaboración del color; en la creación de planos y contrastes sonoros que dan una flexibilidad discursiva alejada de toda rigidez esquemática, pudiendo así introducirse bajo la piel de los siglos pretéritos para descubrir la riqueza emocional del barroco italiano. 
(Hector Coda – LA NACION, Buenos Aires)

La Messa in si minore è stata la prova che anche coi fraseggi staccati, senza il vibrato degli archi con corde di budello, con un diapason più basso e dunque un suono meno edonistico, si può commuovere: specie grazie al respiro dato da Bressan, che ha colto le diversità dei singoli momenti, legando però tutto in unità.”
(Giorgio Satragni - LA STAMPA)

E su tutto il nobile respiro del direttore Bressan, attentissimo a sottolineare il senso dell’omaggio devoto che questa messa comunica tra raccoglimenti e aperture esultanti. Un passo solenne che il foto pubblico ha lungamente applaudito. (Bach – Messa in si minore)
(Andrea Zaniboni - GAZZETTA DI MANTOVA)

Bressan ha fatto palpitare la “Johannes Passion” d’un sincero afflato lirico e di un vivido portamento drammatico [...] Ha persuaso, e a tratti commosso, la prestazione dell’Athestis Chorus per l’esemplare intonazione e per la partecipazione, sul piano dell’intelligenza e della sensibilità, agli affreschi drammatici della sublime rappresentazione bachiana.
(Enrico Cavallotti - IL TEMPO)

Bologna - MUSICAINSIEME: Bravo è Filippo Maria Bressan, direttore di bel gesto e squisita musicalità, votato a leggere Bach in chiave, guarda un po’, italiana. Ovvero ricca di colori e d’espressione cantabile, di morbida levità.
(Roberto Verti - IL RESTO DEL CARLINO)

Filippo Maria Bressan ha restituito con efficacia e rigore la qualità del classicismo musicale dell’autore tedesco, facendo affidamento su un coro sempre abile ad esprimere, con limpida intonazione, il primitivismo e l’arcaismo della partitura.
(David Toschi – LA NAZIONE)

Bressan ha costruito versioni morbide e vitali al contempo, senza violente scolpiture di linea, conferendo respiro “italiano” al risaputo rigore formale tedesco, con una studiata “retorica” d’espressione, riuscendo a dare appropriati significati ai simboli della partitura, ai contenuti teologico spirituali dei testi biblici e dei corali […] Una proposta più unica che rara, di non agevole ascolto per il “normale” uditore, ma di alto valore filologico, letta con encomiabile concentrazione dall’Athestis, il quale, a furor di applausi, ha concesso due ampi bis.
(Dorino Perdetti, L’ARENA)